"In una città che si svuota, con persone che scappano, altre si rifugiano, nessuno pensa agli altri e ognuno è fautore di se stesso, un vento costante e freddo soffia senza troppa forza tra le strade e tra i palazzi. La caratteristica di questo vento è che non fa rumore.. non crea rumore come se in questo mondo non ci fosse attrito o è come se ce ne fosse pochissimo, però il vento c'è. è tangibile, i vestiti svolazzano i capelli delle ragazze si intrecciano. Io sono solo, come tutti gli altri sto aspettando il mio destino, la mia fine.. una cosa a cui non si può scampare, tutto è fermo e immobile, le persone in strada non ci sono, tutte nascoste o rifugiate o scappate.. non c'è vita, tutto l'ambiente è come azzurro grigiastro.. quasi buio, fatto di ombre. Intanto io sono solo, con mia madre e una terza persona che conosco (forse una ragazza). Non sappiamo dove andare.. ci ritroviamo per strada e anche noi, consapevoli di questa "fine" (?) che si sta avvicinando non possiamo che cadere nello sconforto, nella totale apatia, incapaci di qualsiasi dialogo nessuno parla con nessuno. Muti come tombe in attesa di qualcosa che deve succedere. Ma non succede niente.. la notte cala, ci sentiamo stanchi e ci accasciamo sul freddo cemento vicino ad un muro con a fianco degli scalini. Io chiudo gli occhi faccio per addormentarmi, ma il sonno non mi prende.. ma sento che sta per arrivare.. e mentre sto per addormentarmi, in quei decimi di secondo in cui sento di essere ancora sveglio... una "forza" , "un bagliore bianco" caldo, caldissimo mi avvolge con impeto e mi spaventa dandomi come un bacio sulle labbra.. una essenza che non ha forma ne dimensione… mi abbraccia completamente di soprassalto… non la posso vedere ma la sento su tutto il corpo, come se fosse reale e da quel momento vedo solo bianco e mi sento caldissimo, ma non bruciare. Poi mi sveglio."
R. C.
1 commento:
abbiamo parlato di questo, mi pare...un assaggio di quello che verrà?
bello, e ben trasposto.
David
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