Bella lì, finalmente ho fatto di nuovo un sogno complesso e interessante!
Ancora pregno di virtualità, ma almeno è strong.
Sognavo di comunicare via mail (o chat?) con uno scrittore francese appena conosciuto (solo virtualmente) che mi raccontava che lì in Francia, ultimamente, vari scrittori spiano per anni nelle caselle mail di totali sconosciuti per ottenere materiale narrativo. Trovavo la cosa orrenda, anche se suggestiva (ho un certo trip sul voyeurismo, quindi dei casi simili diventano a loro volta materiale narrativo interessante, ai miei occhi, nel senso de
La finestra sul cortile). Restavo vagamente scandalizzata, non tanto per la lesione della privacy, forse, quanto per la povertà immaginifica di codesti autori.
Uscivo ed ero in centro qui a Utrecht (attualmente non vivo affatto in centro, sono solo ospite, quindi sto cercando casa — si vede che il mio subconscio vuole trovare un letto in una di quelle casette con le finestre giganti sul canale, hehe). Sbucando fuori dalla "mia" via, mi trovavo davanti un cartello a cavalletto di quelli che hanno i bar o si usano per le pubblicità, con sopra attaccata un'enorme scheda piena di dati. Inizio a leggere i dati. Forse non c'era il mio nome, ma capisco che è la mia scheda. Così, piazzata in mezzo al centro di Utrecht.
Ricordo queste voci, circa:
Gusti musicali: va matta per Devendra Banhart.
Maggior utente con cui avviene traffico mail: Caterina Nasini [è una mia amica]
Soggetti che appaiono più frequentemente negli allegati mail: Eta, Ribbon [ancora la mia amica di cui sopra]
Missione sulla Terra: salvare il Rock [il mio stupido cranio dev'essere tramitazzato dal fatto che mi è stato appena regalato un giradischi e ieri, a una fiera del vinile, ne ho comprati i miei primi tre!
]
Carattere: tender
Quando leggo quest'ultima voce, scoppio a piangere in mezzo alla strada, mi butto ginocchia a terra, tremo, continuo a leggere.
Credo che la commozione derivasse dal sollievo di essere ritenuta "tenera" e non "stronza" perfino da chi, paradossalmente, sa tutto di me: nella mia casella mail c'è davvero tanto del mio vissuto, l'ho da anni e ho pensato varie volte proprio che se qualcuno vi accedesse e fosse fornito di giusta e saggia pazienza e sensibilità, potrebbe capire intimamemente chi sono, in modo molto profondo... E quindi, forse, capirmi e scusarmi anche di tutti quelli che potrebbero essere i miei errori, o cose che ho fatto in passato e che hanno fatto male a qualcuno...
Dopo erano riportare impressioni personali dell'autore.
A questo punto
avevo collegavo tutto: lo scrittore con cui mi ero sentita prima è lui stesso uno di quelli che spiano un utente per anni. Dall'insieme della scheda capivo che lui aveva letto praticamente tutti i miei fottuti messaggi e-mail, che probabilmente mi seguiva da anni.
Nel pianto a ginocchia a terra (che non finiva) si aggiungeva una destabilizzante sensazione molto
Truman Show. Pensavo a Truman proprio nel sogno! E, proprio nel sogno, ricordo di aver pensato che forse questo è il "prezzo" di aver messo sempre in dubbio che la realtà che mi circonda sia quella che percepisco (cosa che davvero credo nella realtà (realtà?) — nel senso:
Matrix è verosimile).
Purtroppo non ricordo se, nel sogno, capivo che, più similmente a Truman, questo scrittore avesse anche influenzato la mia vita, oppure se si fosse limitato a osservarla. Forse, semplicemente, anche nel sogno ero solo arrivata al punto di chiedermelo. Pensavo a tutte le mie coincidenze e a tutte le cose che, nella mia vita, mi sono sempre sembrate dannatamente "romanzesche" e, di punto in bianco, arrivava il dubbio che, forse, non era il mio punto di vista a essere viziato dall'ottica narrativa, ma era proprio tutto derivante dal fatto che un romanziere cercasse di impostare in tal senso il mio futuro!
(Anche questa è una cosa che ho sempre pensato, ossia che la mia vita sia "romanzabile", ma così come, potenzialmente, tutto è romanzabile. Io vedo così la mia vita semplicemente perché ho, intrinsecamente, una specie di deformazione professionale alla narrazione...)
Verso la fine delle considerazioni personali, l'autore annotava (sempre in modo molto professionale) che negli ultimi anni aveva constatato di provare un innamoramento nei miei confronti.
Al che piangevo in modo ancora più dirompente, perché dentro di me già sapevo di non volerne sapere assolutamente nulla e, al contempo, di odiare maledettamente la posizione di quella che si nega, in quanto feritrice. In sostanza, non volevo ferirlo, ma presumibilmente avrei dovuto farlo, e non sopportavo quest'idea! Anche perché in parte mi sentivo grata a questo tale, paradossalmente, mi sentivo "capita".
Finalmente smettevo di piangere, rassicurata dal pensiero che, in tutta questa professionalità, era ovvio che lui già sapesse che quello che gli stava accadendo andava fuori dal regolamento, in un certo senso... Però mi restava comunque una paranoia generica: perché ha deciso di farmelo sapere, d'un tratto? Non avrebbe dovuto. Forse vuole mandare a fanculo tutte le regole e farsi vivo. m.rd@, che c@xxo di casino! E, soprattutto, questa volta non ho fatto davvero niente per ficcarmici, fuck!
Cambio di sogno: mordo un buonissimo pezzo di formaggio stagionato che ho nel frigo.
Mi sveglio: ho fame.
Paranoie VS bisogni primari
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